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S.E. Vittorio Viola ofm, M.R.P. Claudio Durighetto ofm insieme ai sei fratelli sacerdoti ordinati il 27 giugno 2015 Basilica di S. Maria degli Angeli |
La settimana appena trascorsa è stata un periodo di grandi cambiamenti nella vita di p. Massimo Chieruzzi. Ripercorriamo grazie alle sue parole, questi giorni di attesa e di gioia:
Con commozione mi soffermo a ripercorrere quanto in questi giorni meravigliosi è accaduto. Tremore e gratitudine i sentimenti che mi abitano, come già confidavo a conclusione della mia prima Messa. “Il sacerdote – afferma san Giovanni Crisostomo – è colui che fa toccare Dio”: come non tremare prendendo consapevolezza di questo? Come non venir afferrati dallo sgomento? Questa verità veniva annunciata anche dal Vescovo ordinante, S.E. Vittorio Francesco Viola, quando nella sua omelia associava il sacerdote al lembo del mantello di Gesù che, tra la tanta folla toccato dalla donna gravata da anni di perdite di sangue, cioè di vita, diviene canale di guarigione, di salvezza. Perciò il tremore! E, insieme, gratitudine, tanta, perché non c’è niente di più bello, credo, che assistere alle meraviglie che Dio compie negli uomini, che tanto ama, e venire scelti come collaboratori del suo progetto di salvezza. Quanta grazia! Quanta gioia! A volte mi viene da chiedermi: se il Signore non avesse fatto irruzione nella mia vita per darle un orizzonte di senso in cui collocarsi, oggi quale sapore avrebbe? Quale altra ragione avrebbe mai potuto trovare il mio vivere? «Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato!» (Salmo 29,2).
Con commozione mi soffermo a ripercorrere quanto in questi giorni meravigliosi è accaduto. Tremore e gratitudine i sentimenti che mi abitano, come già confidavo a conclusione della mia prima Messa. “Il sacerdote – afferma san Giovanni Crisostomo – è colui che fa toccare Dio”: come non tremare prendendo consapevolezza di questo? Come non venir afferrati dallo sgomento? Questa verità veniva annunciata anche dal Vescovo ordinante, S.E. Vittorio Francesco Viola, quando nella sua omelia associava il sacerdote al lembo del mantello di Gesù che, tra la tanta folla toccato dalla donna gravata da anni di perdite di sangue, cioè di vita, diviene canale di guarigione, di salvezza. Perciò il tremore! E, insieme, gratitudine, tanta, perché non c’è niente di più bello, credo, che assistere alle meraviglie che Dio compie negli uomini, che tanto ama, e venire scelti come collaboratori del suo progetto di salvezza. Quanta grazia! Quanta gioia! A volte mi viene da chiedermi: se il Signore non avesse fatto irruzione nella mia vita per darle un orizzonte di senso in cui collocarsi, oggi quale sapore avrebbe? Quale altra ragione avrebbe mai potuto trovare il mio vivere? «Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato!» (Salmo 29,2).
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p. Massimo Chieruzzi ofm nella sua Prima S. Messa Chiesa di S. Francesco del Monte - Monteripido |
Forte è la
gratitudine anche verso le innumerevoli persone che mi hanno mostrato sostegno
e affetto in questo cammino: i miei genitori, i frati, gli amici, gli studenti di
Casa Monteripido e, non da ultimi, la Gioventù Francescana e l’Ordine Francescano
Secolare … tutti che si sono prodigati per far festa insieme a me per il dono ricevuto.
Ringraziare Dio
per tutto questo con il rendimento di grazie per eccellenza, l’Eucaristia, è un
privilegio immenso, che in questi giorni il Signore mi sta facendo assaporare
con grande delizia.
p. Massimo Chieruzzi
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