lunedì 19 ottobre 2015

Esplorando Monteripido: un mondo a parte

di Francesco Merlino
 
Ora ci vorrebbe un pianoforte che suona Bach.”
No, fidati, ora è meglio il silenzio.”
Tommaso mi corresse subito e gli eventi gli diedero pienamente ragione.
Dopo molte ricerche e molte derive, fisiche e mentali, ho scoperto che esistono tanti mondi nella mia città, ho imparato ad amare ognuno di essi.
La maggior parte delle volte il limite tra un mondo e l’altro è impercettibile, è un limite mentale fatto di modi di pensare ed abitudini da indossare. Questa volta però il limite è fisico, è fatto di mura e costruzioni che delimitano, proteggono, nascondono, come atmosfera, una terra lontana ma vicina, al cui interno si respira un’aria diversa, si respira il silenzio.
Tommaso è la mia guida, il mio Virgilio e mi accompagna attraverso la scoperta di questo mondo che non si può capire né rispettare se non si è indirizzati da un sapiente cicerone. Tommaso è un frate, è simpatico, sorride sempre, senza sforzi, ed ha una serenità che mi disarma e mi devasta, mettendo in ridicolo anni di conclusioni troppo affrettate e convinzioni sconclusionate. Mi trovo all’interno del complesso del Convento di Monteripido, al di fuori di Porta Sant’Angelo, dove finisce il centro storico brulicante di vite e negozi (concedetemi un briciolo di fantasia) ed inizia il verde sterminato dei colli umbri, nel limbo strategico a metà tra l’azione e la vita contemplativa, tra la mondanità ed il romitaggio. Posizione non casuale, mi spiega Tommaso, ma studiata, mastodontica metafora dello spirito e del pensiero francescano.
E dentro queste mura c’è tanto della storia francescana.
Tutto nacque attorno alla piccola cappella dello “Scalzo Egidio”, come lo chiama Dante (Paradiso, XI 82-84), amico e confratello di San Francesco, che dopo la morte del Santo decise di ritirarsi lì in una vita di mistico ascetismo. Il resto del complesso si forma nei secoli successivi, come baluardo e protezione della cappella di Egidio, reliquia significativa delle origini dell’ordine. La chiesa è umile ma dignitosa, non barocca ma nemmeno sciatta, rispettosa dei dettami dell’ordine, ornata, in più, di alcuni capolavori tra i quali una “Adorazione della Croce” del Perugino (di cui oggi rimane una copia, l’originale cercatelo alla Galleria Nazionale dell’Umbria che pare sia ancora aperta), un trittico di Gerardo Dottori sulla vita di San Francesco, donato al convento dall’artista stesso ed un crocifisso quattrocentesco che nasconde, dietro la sua inaspettata pacatezza, una storia tormentata: riuscì a sfuggire alle razzie delle truppe napoleoniche che assalirono il convento solo dopo esser stato camuffato con vestiti vecchi e logori dai frati dell’epoca.
Storie che si sovrappongono ad altre storie fino a formare la Storia.
Ed ogni mattonella, ogni lembo di terra o mattone sembra sussurrartene. Ogni angolo, ogni dettaglio che ai miei occhi pare del tutto insignificante si rivela, alle parole di Tommaso, un’autentica scoperta.
Come un manifesto con su scritto “AVVISO D’ASTA” perso nel bianco infinito dei muri spessi. Il cimelio mi parla di nuovo attraverso la voce della mia guida.
Il convento, con il sopraggiungere delle ultime annessioni dei territori pontifici al Regno d’Italia, venne acquisito dallo Stato che ne sottrasse la proprietà alla curia. Almeno fino al 19 giugno del 1874, quando tre frati del monastero, vestiti in abiti borghesi, si presentarono all’asta con la quale lo Stato metteva in vendita il complesso di Monteripido e lo riacquistarono, dopo aver inscenato una finta bagarre a suon di offerte e controfferte, al prezzo di 22.300 lire.
Tommaso continua a stupirmi ed indottrinarmi ed io come un suo ingenuo Dante lo ascolto a bocca aperta e timido gli faccio domande per poi gettarmi su un taccuino mai aperto fino ad oggi ma dal quale questa volta non mi sento di poter prescindere.
D’altronde a Monteripido non si smette di imparare dal 1438, quando San Bernardino da Siena decise di istituirvi il primo Studium Generale dell’osservanza francescana d’Europa, sulla scia del successo dell’Università di Perugia, inaugurata nel 1308. Lo Studium fu punto di riferimento per studiosi e teologi provenienti da ogni dove, tra i quali Giovanni da Capestrano, giurista padre del diritto canonico, santificato nel 1690.
E forse la traccia più significativa che il tempo ha deciso di lasciare nel convento è proprio legata allo Studium Generale di San Bernardino e si nasconde dietro ad una lignea porta, imponente ma sobria, ancora una volta come da costumi francescani, decorata sulla sommità da una scritta: Bibliotheca excommunicatione munita contra extrahentes (che per una traduzione da sei meno è: sarà scomunicato chiunque venga sorpreso a rubare libri dalla biblioteca; e si sa, se c’è una legge c’è sempre un precedente).
Una, due, tre mandate e Tommaso riesce ad aprire.
Si apre un cubo magico dove ciò che prevale è il vuoto che intercorre mistico tra l’una e l’altra parete. Tutto intorno gli scaffali, che si rincorrono stanziali, sorreggono una collezione di circa 24.000 libri; i più antichi risalgono al sedicesimo secolo, altri, ancora più antichi (tra i quali una delle prime copie de “il principe” di Machiavelli, che oggi si trova alla biblioteca Augusta ed è riconoscibile per l’antica timbratura Bibliotheca montis Perusiae) sono stati presi e portati altrove dalle truppe che per varie cause e poteri hanno fatto scorrerie nel convento. La Biblioteca del convento è stata costruita nel diciottesimo secolo dall’architetto Piero Carattoli, nel luogo dove prima sorgeva lo Studium. Appena entrato spicca dinnanzi a me, sulla parete di fondo, la scritta “Non oculus mentibus esca” (che, mantenendo sempre lo standard del sei meno, sta a significare: nutritevi con la mente e non con gli occhi; monito, anche questo, in perfetto stile francescano, che ci ricorda che non è dello sfarzo del luogo che dobbiamo meravigliarci ma del sapere in esso contenuto).
All’alto soffitto di travi e mattoni, decorate da Paolo Fabrizi, ci si può avvicinare salendo sul ballatoio che corre tutto intorno al perimetro della biblioteca, al quale si accede, nemmeno fossi ne “Il nome della rosa”, attraverso un passaggio segreto tra gli scaffali che permette di sparire a piano terra e riapparire magicamente qualche metro più in su, sfruttando una porta altrettanto ben camuffata da libreria.
E tanto è lo stupore che prende stando all’interno di quello scrigno che non capisco, quando Tommaso scosta le tende ed apre la finestra che dà sul balcone, se sia Perugia, della quale si ha una sconfinata visione, ad essere contenuta all’interno della stanza o se sia la stanza ad essere parte, quasi insignificante, del paesaggio.
Credo che nessuna delle due contenga né sia contenuta dall’altra, credo si guardino negli occhi da secoli, come due mondi differenti che si trovano a coesistere, ognuno immaginando cosa ci sia nell’altro. Come il mio mondo e quello di Tommaso.
Forse ho sbagliato a scrivere tutto questo perché, aveva ragione Tommaso, un posto come Monteripido non si spiega a parole ma con le immagini ed il silenzio.
Chi non volesse venire fin qui può affacciarsi da Porta Sole e guardare Monteripido in faccia, provando ad immaginare che mondo nasconda al suo interno. Provando.

lunedì 21 settembre 2015

Cosa è stato per me Monteripido? Un luogo dove iniziare a crescere umanamente! (questa è la sintesi di tutto)


CIAO SONO RICCARDO

A Monteripido vivono insieme: i Frati, gli studenti di tutta Italia e non solo, qualche professore universitario, ricercatori e spesso persone di passaggio che poi tanto di passaggio non sono.

Io ho vissuto a MR dal 2013 al 2015 (gli anni della specialistica), infatti qui a Perugia mi sono laureato in Scienze Agrarie ed Ambientali e poi in Sviluppo Rurale Sostenibile. Per dirla tutta ci sarei dovuto rimanere solo 15 giorni ma le persone che ho incontrato e il luogo stesso mi hanno suggerito di rimanere.

MR è stato per me un luogo dove:

Studiare bene! Lo studio è ‘na cosa seria; qui è fisiologico il confronto con tanti universitari, e questo mi ha permesso uscire dagli schemi mentali dei miei esami;

Conoscere la Pastorale Universitaria e Ascoltare i “ X comandamenti” che sono l’esperienza più bella che auguro a tutti gli studenti che passano a Perugia;

Fare esperienza di convivenza: ho iniziato a capire giorno per giorno quanto ci sia da scoprire dalle persone che ci stanno accanto e che non conviene vivere solo per se stessi o solo per il proprio studio.

Ho in mente i nomi di tutte le persone che ho incontrato ….proprio tante. Che risate con Biagio e quelli del secondo piano! Ora che ho terminato gli studi ogni tanto ci torno a MR.


Cmq pe falla breve, tu che stai leggendo queste righe e desideri fare un’esperienza universitaria un po’ alternativa, che oltre allo studio ti dia degli strumenti per crescere umanamente, che aspetti a VENIRE A MR!!!!!

Uno studente in marcia





Che cos’è la marcia francescana? Potrebbe sembrare una lunga passeggiata verso Assisi, in realtà è un mettersi in gioco, guardare in faccia la realtà e imparare che tante cose che riempiono le nostre giornate sono inutili; apprezzare l’essenziale, le piccolezze senza le quali non andresti da nessuna parte. La marcia sei tu che ti metti in cammino, tu che hai il coraggio di provarci nonostante la paura di non farcela, tu che ti sei sempre tirato indietro ma questa volta non l’hai fatto. La marcia è il cammino che compi in te: un cammino faticoso, molte volte anche doloroso, un cammino dentro di te che spesso eviti di affrontarlo. Quante cose nella tua vita non vanno come dovrebbero andare!? quanti passi hai voluto fare ma non hai avuto quel benedetto coraggio che ti spingeva a farli?! Con la marcia comprendi il perché di quelle situazioni che in passato ti avevano destabilizzato, le situazioni che pensavi fossero concluse ma in realtà ti hanno lasciato una ferita non ancora chiusa, ferita che hai sempre pensato di nascondere.


È un cammino in te stesso, negli spazi più bui che ti ritrovi, nelle domande che ti poni alle quali non vorresti mai rispondere. L’obiettivo è la Porziuncola, il motivo che ti spinge ad andare avanti, a non restate fermo. Ma non finisce qui, La marcia non si conclude con l’arrivo alla Porziuncola, perché la vera marcia inizia una volta tornati nelle proprie case, nelle lotte quotidiane, nella gioia e nel dolore di ogni giorno. Ora la Porziuncola che tanto desideravi è lì, nel tuo cuore, è stata scolpita dolcemente in te affinché tu possa guardarla in ogni momento della tua giornata. È il motivo per il quale ho scelto Monteripido come mia residenza universitaria, un posto dove poter rendere concrete le esperienze che vivi, poterle condividere in piena libertà. Un posto dove non ti senti mai solo, ci sarà sempre qualcuno con cui confrontarti, dove chiedere consiglio.

giovedì 2 luglio 2015

Come il lembo del Suo mantello ...


S.E. Vittorio Viola ofm, M.R.P. Claudio Durighetto  ofm
insieme ai sei fratelli sacerdoti ordinati il 27 giugno 2015
Basilica di S. Maria degli Angeli 
La settimana appena trascorsa è stata un periodo di grandi cambiamenti nella vita di p. Massimo Chieruzzi. Ripercorriamo grazie alle sue parole, questi giorni di attesa e di gioia:

 Con commozione mi soffermo a ripercorrere quanto in questi giorni meravigliosi è accaduto. Tremore e gratitudine i sentimenti che mi abitano, come già confidavo a conclusione della mia prima Messa. “Il sacerdote – afferma san Giovanni Crisostomo – è colui che fa toccare Dio”: come non tremare prendendo consapevolezza di questo? Come non venir afferrati dallo sgomento? Questa verità veniva annunciata anche dal Vescovo ordinante, S.E. Vittorio Francesco Viola, quando nella sua omelia associava il sacerdote al lembo del mantello di Gesù che, tra la tanta folla toccato dalla donna gravata da anni di perdite di sangue, cioè di vita, diviene canale di guarigione, di salvezza. Perciò il tremore! E, insieme, gratitudine, tanta, perché non c’è niente di più bello, credo, che assistere alle meraviglie che Dio compie negli uomini, che tanto ama, e venire scelti come collaboratori del suo progetto di salvezza. Quanta grazia! Quanta gioia! A volte mi viene da chiedermi: se il Signore non avesse fatto irruzione nella mia vita per darle un orizzonte di senso in cui collocarsi, oggi quale sapore avrebbe? Quale altra ragione avrebbe mai potuto trovare il mio vivere? «Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato!» (Salmo 29,2).
 
p. Massimo Chieruzzi ofm nella sua Prima S. Messa
Chiesa di S. Francesco del Monte - Monteripido
Sentirsi amati e amare è tutto ciò  per cui vale la pena vivere!  Lo  ripeto spesso: ci credo profondamente. Restituire l’amore ricevuto permettendo a Dio di renderci fecondi, ciascuno secondo la propria vocazione, è tutto ciò che realizza la vita dell’uomo. Il sacerdote è chiamato a restituire l’amore ricevuto amministrando le fragranti parole del Signore e i suoi divini sacramenti, al fine di generare la Vita di Dio nella vita degli uomini! Che il Signore conservi me e i miei fratelli, tutti, nel ministero a cui siamo consacrati, nella gioia di essere a servizio del suo Regno.
Forte è la gratitudine anche verso le innumerevoli persone che mi hanno mostrato sostegno e affetto in questo cammino: i miei genitori, i frati, gli amici, gli studenti di Casa Monteripido e, non da ultimi, la Gioventù Francescana e l’Ordine Francescano Secolare … tutti che si sono prodigati per far festa insieme a me per il dono ricevuto.
Ringraziare Dio per tutto questo con il rendimento di grazie per eccellenza, l’Eucaristia, è un privilegio immenso, che in questi giorni il Signore mi sta facendo assaporare con grande delizia.

p. Massimo Chieruzzi
  
SI CERCA UN UOMO 

Si cerca per la Chiesa
un prete capace di rinascere
nello Spirito ogni giorno.

Si cerca per la Chiesa un uomo
senza paura del domani
senza paura dell'oggi
senza complessi del passato.

Si cerca per la Chiesa un uomo
che non abbia paura di cambiare
che non cambi per cambiare
che non parli per parlare.

Si cerca per la Chiesa un uomo
capace di vivere insieme agli altri
di lavorare insieme
di piangere insieme
di ridere insieme
di amare insieme
di sognare insieme.

Si cerca per la Chiesa un uomo
capace di perdere senza sentirsi distrutto
di mettere in dubbio senza perdere la fede
di portare la pace dove c'è inquietudine
e inquietudine dove c'è pace.

Si cerca per la Chiesa un uomo
che sappia usare le mani per benedire
e indicare la strada da seguire.

Si cerca per la Chiesa un uomo
senza molti mezzi,
ma con molto da fare,
un uomo che nelle crisi
non cerchi altro lavoro,
ma come meglio lavorare.

Si cerca per la Chiesa un uomo
che trovi la sua libertà
nel vivere e nel servire
e non nel fare quello che vuole.

Si cerca per la Chiesa un uomo
che abbia nostalgia di Dio,
che abbia nostalgia della Chiesa,
nostalgia della gente,
nostalgia della povertà di Gesù,
nostalgia dell'obbedienza di Gesù.

Si cerca per la Chiesa un uomo
che non confonda la preghiera
con le parole dette d'abitudine,
la spiritualità col sentimentalismo,
la chiamata con l'interesse,
il servizio con la sistemazione.

Si cerca per la Chiesa un uomo
capace di morire per lei,
ma ancora più capace di vivere per la Chiesa;
un uomo capace di diventare ministro di Cristo,
profeta di Dio, 
un uomo che parli con la sua vita.

Si cerca per la Chiesa un uomo.


                                Don Primo Mazzolari


mercoledì 24 giugno 2015

L'ordinazione Presbiterale...... per saperne di più!!!!!

Molti di noi condividono momenti di gioia e dolore con parroci, suore e
frati; ma quanti conoscono il percorso che li ha portati ad essere religiosi? Dopo la vocazione, cosa c'è? quali sono le "tappe" che permettono di arrivare all'ORDINAZIONE?
In vista dell'ordinazione presbiterale di fra Massimo Chieruzzi, ecco un breve riassunto delle tappe fondamentali che che portano ad essere un sacerdote; con l'intento di vivere in modo ancora più consapevole questo momento e di condividerne con lui la gioia!

 La vocazione, cioè la chiamata interiore di Dio a seguirlo, è il primo passo di ogni cammino cristiano alla sequela di Cristo in qualunque sua forma (in particolare sacerdozio, vita religiosa, matrimonio). Sulla base di questo assunto, la scelta della vita presbiterale non è un diritto che il candidato può arrogarsi, né un'imposizione a qualcuno da parte di altri: "ogni vocazione cristiana viene da Dio, è dono di Dio" (PDV 35); "la vocazione è un dono della grazia divina e mai un diritto dell'uomo, così che «non si può mai considerare la vita sacerdotale come una promozione semplicemente umana, né la missione del ministro come un semplice progetto personale»". 

Il percorso complessivo prevede in sostanza un duplice cammino, ecclesiale ed accademico, all'interno di 3 contesti istituzionali-organizzativi caratterizzati da vita comune: 

Seminario minore, per i candidati dell'età equivalente alle scuole superiori (14-19 anni). Lo studio è finalizzato al conseguimento di un qualche diploma di maturità (solitamente di orientamento umanista), frequentando la scuola fisicamente all'interno del seminario oppure un istituto esterno, pubblico o privato. Non sono previste tappe ecclesiastiche. Il candidato rimane legato alla propria parrocchia d'origine e alle sue attività pastorali.

Periodo propedeutico, per i candidati che non provengono dal seminario minore. È un'istituzione recente (1992) che trova la sua ragion d'essere nella succitata età avanzata di inizio del cammino. Rappresenta "un periodo di preparazione umana, cristiana, intellettuale e spirituale per i candidati al Seminario Maggiore" (PDV 62). Solitamente ha durata annuale;
Seminario maggiore. Di durata quinquennale, dal punto di vista accademico è finalizzato al conseguimento del baccalaureato (omologo alla laurea civile 3+2) in teologia. In questi anni solitamente il seminarista compie un qualche tipo di attività pastorale (educatore e catechista, animatore liturgico...) che può variare a seconda delle diocesi.

 Durante gli anni del seminario maggiore hanno luogo le tappe ecclesiastiche in vista dell'ordinazione presbiterale: 

Candidatura, al 2° anno, che "manifesta pubblicamente l'orientamento vocazionale di coloro che aspirano al diaconato e al presbiterato, esprime l'accettazione della loro offerta da parte della Chiesa particolare, richiede ai nuovi candidati di applicarsi con rinnovato impegno nel portare a termine la preparazione";

Lettorato, al 3° anno, che tra le altre cose esprime "un rapporto privilegiato con la Parola di Dio attraverso la lectio divina, la preghiera sulla Parola e l'esegesi";

Accolitato, al 4° anno, che esprime "un rapporto privilegiato con l'Eucaristia attraverso la celebrazione eucaristica, l'adorazione e la preghiera contemplativa, la riflessione teologica";

Diaconato, al 5° anno, che "un rapporto sempre più vivo con Cristo Servo, in una onsuetudine di preghiera intensa e profonda, comprendente la recita integrale della Liturgia delle ore, la maturazione di una spiritualità del servizio, nell'assunzione dei tratti essenziali della diaconia di Cristo, specialmente dell'offerta di sé per amore e un'attenzione, in ambito pastorale, ai più piccoli, ai poveri e agli ammalati";

Presbiterato, al 6° anno (con gli studi già terminati)  

Dal punto di vista accademico, terminato il percorso il novello presbitero può continuare gli studi in base alla scelta personale e/o indicazione dei formatori e del vescovo, conseguendo una licenza (altri 2 anni dopo il baccalaureato) e il dottorato (altri 2 anni dopo la licenza).

"O mirabile dignità del sacerdote: nelle sue mani, come nel seno della Vergine Madre, il Figlio di Dio ogni giorno si incarna."

San Francesco d'Assisi

martedì 16 giugno 2015

Quale strada scegliere??? ......per non perdersi all'Università!


La scelta dell’Università è un passo di fondamentale importanza nella propria vita; dovrebbe essere ben ponderata per evitare spiacevoli conseguenze ed enormi perdite di tempo. Purtroppo, spesso questa scelta è fatta frettolosamente in quanto si è talmente concentrati sull’esame di maturità che si perde di vista la situazione generale: più del 30% dei maturandi si preoccupa di quale corso scegliere solo dopo la maturità e quasi il 10% sceglie cosa frequentare proprio all’ultimo minuto. I ripensamenti sono sempre dietro l’angolo e così va a finire che uno studente universitario su 5 cambia il proprio corso di laurea al primo anno di studi, dopo aver passato grossi momenti di sconforto, di angoscia ed in alcuni casi anche di disperazione.
Per evitare tutto questo c’è una sola soluzione: prendersi il tempo dovuto e le giuste considerazioni prima dell’iscrizione al corso di laurea. Innanzitutto è opportuno valutare quali sono le proprie predisposizioni ed interessi, trovando un giusto compromesso tra le passioni e il mondo del lavoro
Oggi esistono numerose opportunità per potersi orientare in modo consapevole:
sono solo alcune delle opportunità messe a disposizione.
Una volta che si hanno le idee più chiare sulla scelta da effettuare, è bene dare anche un’occhiata all’università. Le varie facoltà organizzano sempre delle giornate “porte aperte”, dove professori, ricercatori e laureandi presentano i vari corsi di laurea e rispondono alle domande dei futuri universitari.
 In ogni caso, è bene sottolineare che l’università non rappresenta un fine, ma solo un mezzo: il mezzo per dotarsi di quel bagaglio culturale e per affinare quello spirito di sacrificio e quelle capacità che vi permetteranno di trovare la strada che dovrete percorrere nel corso della vita. 

"Studiare è un'atto di speranza, perchè esprime la nostra fiducia che vi è un significato nelle nostre vite e nelle sofferenze del nostro popolo. E questo significato ci viene incontro come un dono, la speranza di vita" T. Radcliffe

giovedì 11 giugno 2015

E-state con noi.....!!!


 L'estate a Monteripido è un susseguirsi di arrivi e partenze...nuove persone da ogni parte del mondo hanno l'opportunità di conoscersi e stingere amicizia! Un appuntamento che ormai da diversi anni, accompagna le serate nei mesi estivi è quello dei VESPRI. 
Ogni giovedì sera il Convento di Monteripido, offere una bella occasione per pregare insieme, approfondire la conoscenza di San Francesco d'Assisi e vivere un piacevole momento di amicizia e condivisione al fresco del giardino del convento.
 Ecco le testimonianze di alcuni ragazzi che vi hanno partecipato:

"I vespri! Tante memorie intramontabili!
Grazie ai vespri, ho conosciuto un sacco di persone amichevoli la prima notte che sono arrivata. Non dimenticherò mai queste sere passate insieme."

Lizzie Chan
California 

"Quanti bei ricordi!! Un giorno tornerò a Monteripido... L'albero di fichi al centro del giardino sarà già in festa!!! Vi consiglio l'attesa dell'alba sotto le sue dolci foglie!! "

Marcello Greco 
Puglia